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Via Filippetti 3

L'edificio, situato all'angolo tra viale Filippetti e via Cassolo - ove un tempo sorgevano i Bastioni di Porta Vigentina - è posto a conclusione di un breve tratto di edilizia in cortina e si distingue per la raffinatezza delle soluzioni di facciata e l'accurata esecuzione costruttiva. Come evidenziato dalla planimetria generale approvata nel giugno 1955 dall'Ufficio Tecnico di Piano, l'intervento comprendeva due fabbricati tra loro ortogonali, progettati inizialmente in maniera unitaria, il primo attestato su viale Filippetti e il secondo su via Cassolo. Questa prima proposta, di cui esistono disegni a firma dell'ingegner Carlo Agular, verrà superata nella soluzione definitiva e i due edifici saranno realizzati separatamente ma mantenendo lo schema generale della prima proposta progettuale. La progettazione del fabbricato su viale Filippetti sarà affidata all'architetto Gian Carlo Malchiodi e allo stesso ingegner Carlo Agular. Elemento distintivo del progetto è la straordinaria modernità della facciata, in cui un blocco sporgente rivestito da tesserine color verde acqua si stacca dal volume di base consentendo la creazione di una serie di logge su cui affacciano gli ampi soggiorni degli appartamenti; al terzo e al quinto piano i loggiati, scanditi da esili montanti metallici, si estendono lungo l'intero profilo della facciata, mettendo in evidenza il sapiente ed equilibrato gioco dei volumi anche nel fronte laterale, dove in corrispondenza del lato sinistro la superficie svuotata delle logge, insieme a quella del basamento arretrato, crea un originale disegno del prospetto. La finezza nel disegno dei serramenti, l'eleganza nell'uso del vetro temperato per le balaustre e il nitore complessivo delle superfici contribuiscono a dare ai fronti un carattere di forte astrazione. Un unico vano scala centrale distribuisce due appartamenti per piano, ciascuno con ingresso padronale e ingresso di servizio raggiunti rispettivamente da un ascensore. Le piante sono progettate con rigore e razionalità, utilizzando con sorprendente semplicità le corrispondenze tra gli elementi portanti e quelli di tamponamento. Tutti i locali di servizio si affacciano sul fronte interno e su quello laterale; sul fronte rappresentativo verso i Bastioni sono presenti soltanto i soggiorni e alcune camere da letto. Il piano rialzato e il seminterrato sono invece occupati da uffici. L'atrio, ambiente di straordinaria eleganza, è disposto su due livelli grazie a una singolare soluzione spaziale: le due rampe di scale all'ingresso - quella che sale al piano rialzato e quella che scende al seminterrato - sono parallele alla strada e perpendicolari all'entrata. In questo modo le visuali e gli effetti prospettici si moltiplicano, consentendo a chi è al piano rialzato di dominare lo spazio dell'ingresso come da una balconata interna. Una vetrata fissa a tutt'altezza alla destra dell'ingresso consente una vista anche all'esterno dell'edificio, creando un rapporto tra lo spazio dell'atrio e lo spazio della città. La ricchezza e l'eterogeneità dei materiali (granito grigio nelle scale; marmo Cristal bianco e legno Macoré a rivestire pareti e pilastri; alluminio, cristallo e formica azzurra nei parapetti; cristallo temperato lucido e metallo bianco per le impennate fisse) non si traducono mai in un'idea di sovrabbondanza decorativa ma restituiscono sempre un'immagine di raffinata e asciutta essenzialità. La scala principale, considerata elemento esclusivamente di servizio, si raggiunge dal piano rialzato e ha lo sbarco ai piani verso il fronte interno dell'edificio. Alla sinistra dell'ingresso pedonale, ma comunque in posizione centrale rispetto allo sviluppo della facciata, è collocata la rampa carrabile che dà accesso alle autorimesse, mentre al piede del basamento una serie continua di finestrature illumina il piano seminterrato.

Perogalli C., Atrii di case, Milano 1960, pp. 170-175

La Pietra U., Gian Carlo Malchiodi Architetto, Milano 2007, pp.78-83

Anno: 
1957
Luogo: 
Milano
Committente: 
Privato
Tipologia: 
Edificio residenziale
Progetto: 
Gian Carlo Malchiodi
Stato: 
Realizzato
Foto: 
Stefano Suriano e Alessandro Sartori
malchiodi architettura
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